Cosa è successo prima della finale di Istanbul tra Romelu Lukaku e l’Inter? L’attaccante ex nerazzurro in conferenza stampa in Belgio ha lanciato il sasso e nascosto la mano, caricando di tensione la lunga vigilia di Inter- Roma in programma domenica 29 ottobre a San Siro. Ma cosa può essere successo?
“Nella settimana di avvicinamento alla finale Lukaku è convinto di giocare titolare – è la ricostruzione di Gazzetta.it – e, a dire la verità, anche alcuni compagni, dirigenti e tanti tifosi hanno lo stesso pensiero. Inzaghi invece sceglie Dzeko, l’uomo che aveva contribuito al superamento della fase a gironi e alla scalata alla finale (sempre titolare degli ottavi in poi). Qualcosa si intuisce già negli allenamenti (anche Rome lo capisce), ma non c’è la certezza. L’attaccante belga non chiede colloqui a Inzaghi: lavora e spinge al massimo, ma con il tecnico o il suo staff prima della finale non c’è nessun faccia a faccia. Tra i due c’è un chiarimento dopo la riunione tecnica a poche ore dalla finale, quando Simone annuncia la formazione (accanto a Lautaro spazio per Dzeko). L’allenatore spiega il motivo della scelta, di natura tecnica, al bomber di Anversa che naturalmente è molto contrariato e non la prende bene. Entrerà al 10′ della ripresa e troverà il tempo per “parare” involontariamente un tiro di Dimarco che avrebbe dato il pareggio all’Inter. Ma questo è un altro discorso…”.
“La cronistoria di quella settimana che ha preceduto il match contro la squadra di Guardiola viene fuori dalle curve della memoria – scrive fanpage.it – il giorno di riposo perché “affaticato”, la convinzione intima che Inzaghi lo avrebbe schierato titolare (e invece scelse Dzeko al suo posto), il muso a muso con l’allenatore (dettaglio citato dalla Gazzetta dello Sport) che lo aveva estromesso salvo lanciarlo nella mischia nel momento più caldo dell’incontro, l’appello alla compattezza del gruppo, gli errori clamorosi che hanno spostato l’ago della bilancia dalla parte del City. “Dobbiamo crederci, ho sempre avuto fiducia nei compagni, per me sono come fratelli“. Poi gli ha voltato le spalle spegnendo il telefono”.