Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport.
“Nell’intervista che Marotta ha rilasciato a Davide Stoppini, e che la Gazzetta ha pubblicato nell’edizione di ieri, l’amministratore delegato nerazzurro ha detto che “La Juve è la favorita per lo scudetto”. Risponde al vero questa affermazione? Se ne può discutere. Sostiene Marotta che la Juve è la favorita perché – rispetto alle concorrenti – non ha le coppe. Pensiamo anche noi che questo sia un grande vantaggio: ci si affatica molto meno, nella testa e nel fisico; non ci sono gli stessi rischi di infortuni; si può preparare la partita di campionato per sei giorni anziché per due o tre. La Champions dà stimoli, gloria e soldi, però toglie molto altro; Europa League e Conference, benché la concorrenza sia di livello tecnico inferiore, pesano ancora di più perché si gioca il giovedì e le trasferte sono spesso assai disagevoli. Per tutto questo all’inizio della stagione abbiamo inserito la Juve tra le candidate più autorevoli allo scudetto. Ritenevamo non avesse un organico completo come altre squadre, ma pensavamo che potesse essere sufficiente a spingerla ai vertici in assenza delle coppe, soprattutto se si fossero verificate alcune circostanze: il ritorno di Pogba, la guarigione completa di Vlahovic e Chiesa, la crescita di alcuni giovani. Poi sono accaduti episodi che hanno inevitabilmente cambiato i giudizi. Allegri, ad esempio, ha perso Pogba e Fagioli per tutto il campionato: assenze pesanti, tanto che ora a centrocampo Max ha i giocatori contati, contatissimi. E gli attaccanti che dopo le prime partite sembravano destinati a spaccare il mondo, Vlahovic e Chiesa, hanno già ricominciato ad accusare qualche acciacco. Esiste una Juve con Dusan e Federico e una Juve, completamente diversa e peggiore, senza di loro.
Ritenere oggi che l’Inter abbia meno possibilità di vincere lo scudetto rispetto alla Juve è un esercizio abbastanza spericolato, a meno che non lo si faccia con l’obiettivo di rinviare la palla in campo avverso, come dicevamo: la responsabilità è tua, caro Max, gestiscila. I nerazzurri in queste prime giornate hanno ricevuto segnali davvero confortanti da molti dei loro nuovi calciatori: da Pavard a Sommer, da Frattesi a Carlos Augusto, per non dire di Thuram. I veri dubbi riguardano l’attacco di scorta, perché Arnautovic e Sanchez sono avanti con gli anni e con gli acciacchi, ma complessivamente quello nerazzurro sembra l’organico più affidabile e meno lacunoso del campionato”.