Andrea Pirlo è stato intervistato a “Storie di Serie A”, trasmissione a cura di Alessandro Alciato su Radio Serie A. Il tecnico della Sampdoria ed regista di Milan, Juventus e Nazionale ha ricordato tra le altre il suo passato all’Inter e la sua passione da piccolo per i nerazzurri.
Il suo inizio al Brescia: «Lucescu è stato il primo a portarmi in prima squadra, avevo forse 14 anni, il primo ritiro l’ho fatto a 15. Stravedeva per me, anche quando mi allenavo con i grandi aveva sempre un occhio di riguardo. Verso di lui ho grande rispetto e lo ringrazierò sempre per quello che ha fatto, non è da tutti. Ci ha visto lungo. Mazzone è stato quello che ha dato il la alla mia carriera vedendomi in quella posizione, mi diceva che ero il Falcao del Brescia. Da lì è iniziato tutto. Prima giocavo trequartista, ogni tanto mezzala, ma ero sempre portato a venire a prendere palla dietro».
«Quanto ero interista da bambino? Tanto. Quando poi però inizi a giocare da professionista non tifi più per la squadra per cui tifavi e pensi a fare il tuo lavoro. Ero contentissimo quando firmai per l’Inter dopo il Brescia, poi quando ho proseguito la mia carriera ho tifato per le squadre in cui giocavo. Le cose in nerazzurro non sono andate benissimo, soeravo di fare un percorso diverso, però è la vita e ho avuto talte altre soddisfazioni, per cui non rinnego niente».
«Il Pirlo bambino interista? Ero tifosissimo dell’Inter. Mio papà mi portava a Viareggio in vacanza dove l’Inter ogni tant andava in ritiro e per delle amichevoli. Andavo per farmi fare degli autografi da tutti, da Matthaus, dai tedeschi, avevo il loro poster in camera. Lo Scudetto del 1989 con Trapattoni andai in giro con il bandierone in giro per la città, cose da tifoso. Se Lippi fosse rimasto all’Inter? Non so come sarebbe andata la mia carriera, non si può sapere. Il destino è stato scritto in modo diverso. Star lì a pensare cosa sarebbe stato non ha senso».