Tutto il mondo arbitrale ha ammesso che il contatto Perez – Lautaro era da rigore. Ma la stampa nemica, pur di ammettere il contrario, pesca la dichiarazione di un arbitro esiliato (vive a Liverpool e fischia nelle serie dilettanti inglesi).
“Inter – Udinese? Per me non era calcio di rigore. Non lo era in campo e tantomeno era passibile di una chiamata al Var”. Così Claudio Gavillucci intervenuto ai microfoni di Rai Radio1 a proposito del calcio di rigore concesso ieri sera all’Inter dall’arbitro Di Bello nella vittoria dell’Inter contro l’Udinese per 4-0.
“Sudditanza psicologica? Io parlerei più che altro di sudditanza mediatica – continua Gavillucci, come riporta Tuttosport – perché quando ero ai massimi livelli dell’arbitraggio italiano ho percepito che a fronte di una contestazione mediatica delle squadre che, a prescindere dai colori, hanno una potenza mediatica maggiore, c’era poi un’attenzione nella designazione di mandare o non mandare un determinato arbitro. L’emblema è il caso di Orsato che dopo l’episodio di Inter–Juventus non ha più arbitrato l’Inter per anni. Quindi non mandare un arbitro che avesse sbagliato con quella squadra che aveva fatto casino sui giornali e sui media”.
Claudio Gavillucci, classe 1979, della sezione Aia di Latina fino a qualche tempo fa, è stato dismesso dal ruolo in Italia nel 2020 dopo una cinquantina di gare in Serie A.
Nella stagione 2017-2018 sale agli onori della cronaca per il “fattaccio di Marassi”. Alla penultima giornata di campionato, il 13 maggio 2018, il Napoli dell’arrembante Maurizio Sarri che inseguiva disperatamente il sogno scudetto (poi vinto dalla Juventus) affronta la Samp del presidente Massimo Ferrero. Match avvelenato dalla solita minoranza rumorosa e curvarola che, al 31’ minuto del secondo tempo, costringe l’arbitro a un gesto normale, ma per la storia di cuoio italica, assolutamente epocale. Al reiterato insulto della Curva doriana, di stampo “territoriale” verso i giocatori e i tifosi partenopei («Vesuvio lavali con il fuoco ») e poi “razzista” («buu-buu»), nei confronti del forte difensore franco-senegalese Koulibaly, Gavillucci decreta lo «stop». Tre minuti di sospensione che cambieranno la sua storia personale, e non solo.
Sia chiaro: nulla contro Gavillucci, vessato dalle istituzioni arbitrali, che dopo quella vicenda ha anche pubblicato un libro autobiografico intitolato “L’uomo nero, le verità di un arbitro scomodo”. Ma certa stampa che va a pescare sempre e solo dichiarazioni contro l’Inter fa letteralmente tristezza.