“Alcuni allenatori scavano un fossato tra sé e la squadra che guidano: da una parte i giocatori, dall’altra loro. Qualunque cosa accada. Altri, come Simone Inzaghi, vivono in perfetta simbiosi con il gruppo, forse perché si sentono ancora un po’ calciatori. Sicuramente è questo uno dei segreti di un’Inter che dopo un momento complicato a cavallo delle feste è tornata a volare come all’inizio della stagione”.
Così scrive Sportmediaset.it dopo la netta vittoria dell’Inter contro la Lazio in semifinale di Supercoppa.
“Ci sono momenti di una stagione che vanno interpretati e Simone Inzaghi ha saputo farlo con la sua squadra nel periodo a cavallo delle feste natalizie. Non era l’Inter delle meraviglie quella che ha affrontato il ciclo composto dalle gare con Bologna (Coppa Italia), Lecce, Genoa e Verona. Vero che lo stop di Lautaro Martinez ha un po’ disorientato lo sviluppo del gioco offensivo, ma anche dal punto di vista atletico era stata persa la brillantezza che ha portato l’Inter in testa al campionato per tutto il girone d’andata. Poi c’è stata la svolta. Una settimana, è bastata quella. I giorni intercorsi tra la contestatissima vittoria di San Siro contro il Verona e la cavalcata sul campo del Monza hanno trasformato una squadra in difficoltà in una corazzata in grado di conquistarsi la finale di Supercoppa passando sopra la Lazio, con l’obiettivo di centrare il terzo trionfo consecutivo in una manifestazione che ha in Simone Inzaghi un vero e proprio re.
Cosa può essere successo in quella settimana? Possono saperlo nei dettagli solo i diretti protagonisti, ma è facile immaginare che sia stato sviluppato nel migliore dei modi il cosiddetto “richiamo di preparazione”, un lavoro specifico che ha rimesso benzina nei muscoli interisti. I risultati si sono visti a Monza e ancora di più a Riad contro la Lazio. Chiaro che non basti una condizione fisica ritrovata per spiegare l’Inter attuale. Alle spalle c’è un lavoro che Inzaghi ha sviluppato in questi due anni e mezzo e che ha dato i suoi frutti non solo in termini di trofei (se vince la finale di lunedì arriva a quota 5 in tre anni) ma anche e soprattutto a livello di considerazione, non solo in Italia.
Alla premiazione del “Fifa The Best”, un gigante come Pep Guardiola gli ha detto: “Simone, solo io so quanto sia difficile giocare contro una tua squadra”.
Una frase che di solito si dice a chi scende in campo con un atteggiamento dichiaratamente difensivo. L’Inter di Inzaghi non è difficile da affrontare perché mette il pullman davanti alla porta, ma perché sa gestire il pallone come poche altre squadre al mondo, perché quando c’è in campo Lautaro Martinez giocano tutti bene anche quando sembra che lui non stia giocando bene, perché certe combinazioni a un tocco per arrivare in porta si vedono solo quando dalla stessa parte del campo ci sono Bastoni, Dimarco e Mkhitaryan. Resta un passo da compiere per portare a casa anche questo trofeo, la finale contro il Napoli”.
(FONTE: SPORTMEDIASET.IT)