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LA RIFLESSIONE – L’insostenibile leggerezza di Thuram: calciatore, sognatore e profeta

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Marcus Thuram, Tikus per i tifosi e compagni, classe 1997, figlio di Lilian, attaccante dell’Inter dalla stagione 2023-2024, fine contratto 30 giugno 2028, 14 gol e 12 assist in 43 partite in tutte le competizioni, sconosciuto dai più, snobbato dagli esperti di mercato o presunti tali, goleador, supporter pazzesco di Lauti e grande senso di interismo.

Tutto questo è Thuram, uno dei trascinatori della squadra che ha vinto la seconda stella. Dopo la partenza di Dzeko e il mancato (che fortuna!) acquisto di Lukaku, l’attacco dell’Inter pesava sulle sue spalle, dal momento che Lautaro era ed è oramai una certezza. Soffiato ai cugini milanisti, è arrivato in punta di piedi, l’Inter l’ha aspettato dopo il brutto infortunio dell’anno prima, Inzaghi l’ha trasformato da ala a seconda punta. Il risultato? In campionato 12 gol e 11 assist (finora) in 32 partite e il suo score potrebbe di certo aumentare. Quando c’è umiltà, non c’è peso che possa schiacciare.

Nella partita odierna contro il Torino si è procurato il rigore del 2-0 e ha giocato come sempre una partita sontuosa, non facendo mancare la stanchezza di Lautaro, che non segna dal 28 febbraio. Proprio nel momento del rigore, siglato poi da Calhanoglu (qualche dubbio?), Thuram ha esultato prima che il turco calciasse. Nemo propheta in patria, ma il senso di appartenenza al gruppo e la fiducia nel proprio compagno hanno reso la festa scudetto ancora più divertente.

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Published by
Matteo Tombolini