La Russa: “Ho abbracciato Marotta, questa non è una normale società e Oaktree l’ha capito”

Ignazio La Russa ha parlato nel giorno della nomina del nuovo CdA: “Ci siamo abbracciati con Marotta. Il primo merito di Oaktree è aver capito che questa non è una normale società in cui dare e avere si devono bilanciare. Qui ci sono in ballo le emozioni e vanno gestite con un’attenzione, una sensibilità diverse da qualunque altre attività imprenditoriale. La scelta del presidente che ha contribuito in maniera importante se non decisiva agli ultimi successi dell’Inter è testimonianza che la nuova proprietà ha pienamente compreso la specificità della squadra di calcio e dell’Inter. Quindi li ringrazio dal profondo del cuore, così come rivolgo un pensiero affettuoso al presidente uscente che da lontano negli ultimi tempi non ha mai smesso di essere innamorato dell’Inter, lasciando che questa squadra sotto la sua presidenza raggiungesse importanti traguardi”.

“Oggi non è giornata di polemica, ma mi sarei aspettato che anziché pensare a continui rinvii, chi ha il dovere e anche il diritto di rappresentare la città, dicesse subito che lo stadio non si tocca. Avrebbe incontrato il sentire della stragrande maggioranza dei milanesi. Quando si parla nel mondo di Milano, tutti sanno del Duomo, della Scala, ma il terzo monumento non è il Castello Sforzesco bensì lo stadio di San Siro. Queste sono le tre immagini nel mondo della nostra città. Quindi San Siro non si tocca. Io con umiltà e modestia avevo suggerito una soluzione prendendo architetti e facendo fare un progetto che assomigliava a quello che avviene in molte città del mondo, vale a dire due stadi a poche centinaia di metri di distanza tra loro. Avevo detto che era compatibile costruire il nuovo stadio mantenendo in piedi San Siro, risparmiando 50 milioni di abbattimento, risparmiando un danno ambientale enorme dalle macerie. Con quei 50 milioni si sarebbe gestito per più di 10 anni e le due società insieme potevano costruire il nuovo impianto mantenendo quello vecchio per alcuni impegni o attività. Mi sembrava una soluzione di buon senso. Finora l’idea non è passata ma ci possono ancora ripensare. Io credo che l’Inter tra le due opzioni sceglierà quella più fattibile oltre che più bella”.

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