Kristjan Asllani, centrocampista dell’Inter e della Nazionale albanese, in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato della sua stagione in nerazzurro e dell’Europeo che inizierà oggi e domani vedrà affrontarsi la sua Albania con l’Italia di Frattesi, Darmian, Bastoni e Barella. Di seguito le dichiarazioni:
ITALIA – ALBANIA – “Direi una bugia se raccontassi che lo è, anche perché gioco contro tanti compagni di squadra. Peccato solo per il girone durissimo, ma vogliamo fare bene e aprire un ciclo per provare a qualificarci al Mondiale. C’è un bel mix di vecchi e giovani. Il cuore di Buti (città in provincia di Pisa) sarà diviso? Secondo me prenderò tante offese (ride ndr). Ma ci sono anche tanti altri albanesi nella zona. Di sicuro sarà una bella partita e non vedo l’ora di giocarla. Il mio sangue è albanese, in casa ogni tanto parlo la lingua. E con i nonni in Albania mantengo vivo le radici“.
RADICI ITALIANE – “Mio padre è arrivato in Italia con il gommone e mi racconta quanto fosse dura la vita in Albania. Mia madre mi ha avuto a 18 anni e non è stato facile. Hanno sofferto tanto e quello che hanno fatto per me e mio fratello Leonardo che ha 13 anni non ha prezzo: sento di non poterli ripagare, ma ci provo. Quando ho firmato per l’Inter ho portato tutti con me a Milano, anche perché parlano tutti bene della città, ma a 21 anni viverci da solo sarebbe stato un casino. Mia mamma lavorava in una fabbrica di dolci, mio padre per l’azienda degli acquedotti e d’estate stava tutto il giorno al sole: adesso la vita è cambiata“.
GIRONE DI GRANDI CENTROCAMPISTI – “Jorginho, Modric, Brozovic, Barella, Pedri? Anche Brozovic è un’ispirazione. Vedere lui e Calha allenarsi è stata una delle cose più belle che mi potesse capitare”.
STAGIONE DI CRESCITA – “Senza dubbio. Davanti ho un grandissimo giocatore come Hakan, dal quale cerco di imparare tutti i giorni. Lo ringrazio, anche per la persona che è. Giocare poco? Ho capito che anche se giochi tre minuti, devi farti trovare pronto. Ma sono migliorato anche nella fase difensiva, sulla quale ho lavorato tanto. E nel gioco con la palla: stando con i campioni migliori in tutto”.
CAPITAN LAUTARO – “Io lo ringrazio perché mi parla tantissimo, specie fuori dal campo. Non voglio raccontare cosa mi ha detto ma mi ha aiutato tantissimo. Ha fatto bene ad usare il bastone”.