L’Italia è meritatamente fuori dagli ottavi dopo la sconfitta con la Svizzera e fare delle analisi accurate non è affar nostro. Se si fanno spallucce e si continua con la stessa naturalezza di questi giorni, chi siamo noi per poter contestare Gravina e Spalletti? Ma un dato è stato evidente: nelle sconfitte epocali, la colpa è sempre di qualcuno. E perché non dare la colpa al blocco Inter?
BLOCCO INTER, MA SIAMO SICURI?
Ma analizziamo cosa si intende per “blocco”. Per blocco dovremmo intendere un numero elevato di giocatori di un determinato club , soprattutto di uno specifico reparto. Italia-Albania ha visto titolari Bastoni, Dimarco, Barella e Frattesi; in Spagna-Italia stessi calciatori; in Croazia-Italia sempre Bastoni, Dimarco con Barella e Darmian; in Svizzera-Italia Bastoni, Barella, Darmian.
Insomma, dai tre ai quattro giocatori a partita dell’Inter da titolari. Se ricordate bene, quando siamo usciti negli anni scorsi agli Europei o ai Mondiali o quando addirittura non ci siamo qualificati proprio (ricordate la Svezia?) lì c’era il famoso blocco Juve e non parliamo di 3-4 calciatori ma di interi reparti, difesa e centrocampo su tutti (Barzagli, Chiellini, Bonucci), ma lì le colpe erano solo dell’allenatore.
IL CONTRIBUTO DEGLI INTERISTI C’E’ STATO. SPALLETTI IN CERCA DI ALIBI
Senza dimenticare che dei 3 gol segnati dall’Italia ad EURO2024, ben 2 sono stati siglati dagli interisti (Bastoni e Barella contro l’Albania). Per parlare di blocco bisogna tener conto di un massiccio impiego di giocatori di un club in uno specifico reparto, nell’Italia di oggi solo interisti schierati male in posizioni non loro e totalmente lontani dal bel gioco espresso con Inzaghi (vedasi Darmian ad esempio).
Questo non è assolutamente un alibi per la bruttissima figura fatta in eurovisione dalla nostra amata Nazionale, ma bisogna difendere il nerazzurro da polemiche sterili, anzi da provocazioni o cadute di stile come quella di Spalletti: ogni calciatore darebbe il massimo per la propria nazionale, non c’è assolutamente un calo mentale post Scudetto, caro Luciano, ricordalo.