Cosa ci racconta Chelsea – Inter? Due certezze e un aspetto su cui c’è ancora da lavorare


L’Inter fa 1-1 a Londra contro il Chelsea, “una crescita complessiva sul piano fisico e della prestazione rispetto alla sconfitta con l’Al-Ittihad e una capacità di essere squadra per tutta la partita – scrive la Gazzetta dello Sport -. Su tutti, Thuram: è la certezza per l’esordio in campionato a Genova, deve esserlo anche alla sua seconda stagione in nerazzurro, ora che non può più giocare sull’effetto sorpresa. Ma subito dietro, ecco Sommer. Perché l’Inter gli ha messo vicino un rivale come Martinez a far concorrenza, ma lo svizzero non ha la minima voglia di abdicare e ieri a Londra si è esaltato con tre interventi top, che hanno rinviato il più possibile l’appuntamento Blues con il gol. E ancora: Inzaghi ha di che sorridere, pure guardando alla condizione crescente di Barella, a un Mkhitaryan già in forma e a un Dimarco di nuovo fattore tecnico-tattico dentro un match di alto livello.
C’è invece ancora da lavorare sull’aspetto difensivo. Non è un discorso di singoli: anzi, qui un elogio lo merita ancora una volta Bisseck, tranne per i 12 minuti giocati da centrale della difesa a tre in cui è sembrato meno preciso del solito. Ma è un discorso piuttosto di insieme e di distanze non sempre perfette, distanze che sono state uno dei segreti dell’Inter 2023-24. Non inganni il pareggio arrivato in extremis: anche ieri l’Inter ha concesso molto, il Chelsea ha colpito anche un legno con Colwill nella ripresa e meritato l’1-1 finale”.

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