Con due stelle sul petto e Taremi in più nel motore, l’Inter si sente al sicuro: Genova è già un ricordo, la corsa verso il bis scudetto è cominciata davvero ieri sera, sotto gli occhi di quasi 71mila anime che non aspettavano altro. E ha dimenticato l’assente illustre rimasto a guardare controvoglia: beh, la notizia è che il signor Lautaro Martinez può serenamente prendersi una pausa quando gli serve, perché Mehdi Taremi ha già imparato che cosa significa muoversi lì davanti, nel cuore dell’attacco nerazzurro. Non ha segnato, Taremi, ma si è preso molto presto gli applausi di San Siro e di Inzaghi: sul cross di Dimarco dalla sinistra, l’iraniano è stato il primo a tentare la zuccata vincente: il colpo di testa non ha centrato la porta, ma si è trasformato in una prolunga che ha collegato un esterno all’altro e l’Inter si è messa a correre.
Taremi non ha segnato, ma ha fatto girare tutto l’attacco dell’Inter, muovendosi da prima punta ma anche in appoggio a Thuram e arretrando di qualche metro il proprio raggio d’azione, come un regista offensivo in grado di rifinire e di aprire spazi preziosi per gli inserimenti delle mezze ali. A proposito, l’Inter in ThuTa ha funzionato seppure a buttarla dentro siano stati gli altri: se a Marassi Thuram aveva fatto la parte del Toro, sostituendosi in zona gol a un Lautaro ancora comprensibilmente imballato, il dialogo della nuova coppia ieri ha prodotto una costante sensazione di pericolo nell’area giallorossa. A riportarlo è la Gazzetta dello Sport.
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