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San Siro, Inter e Milan non vogliono la ristrutturazione. Siamo a un bivio? Gli scenari

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La situazione legata al futuro dello stadio Meazza si complica sempre di più, e quello che sembrava solo un ostacolo è diventato un vero e proprio colpo per le ambizioni di Milano. L’ultimo episodio di questa vicenda riguarda la decisione dell’UEFA di revocare l’assegnazione della finale di Champions League 2027 a San Siro. Quando l’organizzazione ha chiesto al Comune di Milano garanzie sulla disponibilità dell’impianto, queste non sono arrivate. Le incertezze sul futuro di San Siro e sui possibili lavori di ristrutturazione hanno reso impossibile fornire le garanzie necessarie, e così l’UEFA ha deciso di rimettere in discussione la sede dell’evento.

San Siro, uno stadio senza futuro?

Il destino dello stadio sembra sempre più incerto. Come ribadito sulle prime pagine di Gazzetta dello Sport, l’idea di continuare a giocare a calcio al Meazza non appare più un’opzione percorribile. Milan e Inter, nel corso dell’ultimo incontro con il sindaco Giuseppe Sala, hanno chiarito che la ristrutturazione dell’attuale impianto non risponde alle loro esigenze, principalmente a causa degli elevati costi. Inoltre, i club non sono interessati a presentare alternative per la ristrutturazione. Questo segna, di fatto, l’inizio del conto alla rovescia per l’addio definitivo a San Siro. Tuttavia, il “quando” resta ancora un nodo cruciale. Se si dovesse optare per la costruzione di un nuovo stadio vicino a quello attuale, i tempi si allungherebbero notevolmente, considerando la burocrazia e le possibili proteste dei residenti.

San Siro, quali prospettive?

Per le due società, la priorità è individuare una soluzione temporanea o definitiva per quando sarà necessario lasciare il Meazza. Si è parlato di un nuovo impianto accanto al vecchio, un progetto che risale al 2019 e che comporterebbe costi totali di circa 1,2 miliardi di euro, con una spesa tra i 600 e i 700 milioni solo per lo stadio. Prima di poter procedere, però, c’è un passaggio cruciale: la valutazione dell’Agenzia delle Entrate, che determinerà il valore dell’area. Questa valutazione sarà fondamentale per le trattative tra il Comune e i club, che dovranno poi confrontarsi anche con la Soprintendenza sui vincoli architettonici legati al Meazza.

Il bivio

Le società restano in attesa delle risposte dal Comune di Milano, soprattutto riguardo ai tempi e ai costi del progetto. Tuttavia, Milan e Inter stanno portando avanti anche i loro piani alternativi: il Milan ha già avviato i lavori a San Donato, dove ha investito circa 40 milioni di euro per l’acquisto dei terreni e l’inizio delle operazioni di bonifica. Inter, invece, sta valutando la possibilità di costruire a Rozzano.

Le parole di Sala

Il sindaco Giuseppe Sala ha spiegato chiaramente la posizione del Comune riguardo alla questione delle garanzie per l’UEFA. “Come avrei potuto garantire che non ci sarebbero stati lavori per la finale di Champions League?”, ha dichiarato Sala, sottolineando le difficoltà nel prevedere lo sviluppo futuro dell’impianto.

Tuttavia, un punto di accordo tra le società e il Comune riguarda la rifunzionalizzazione del Meazza, qualora si optasse per un nuovo stadio nelle vicinanze. Le idee spaziano da hotel a cinema, ristoranti e negozi, ma al momento si tratta solo di ipotesi. Non esiste ancora un progetto concreto per la trasformazione del Meazza in una struttura multifunzionale.

Il futuro del Meazza è appeso a un filo, e la revoca della finale di Champions League 2027 rappresenta un chiaro segnale che il tempo stringe.

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La Redazione