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Fair Play Finanziario: cos’è e perché penalizza i club italiani

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Il Fair Play Finanziario o Financial Fair-Play (FFP) della UEFA è un insieme di norme introdotte nel 2011 sotto la presidenza di Michel Platini, per garantire la sostenibilità economica delle squadre calcistiche che partecipano alle competizioni europee, come la Champions League e l’Europa League. Il concetto chiave del FFP è che i club non devono spendere più di quanto guadagnano, per evitare che accumulino debiti insostenibili o si facciano troppo dipendenti da finanziamenti esterni (come prestiti o investimenti eccessivi da parte dei proprietari).

Obiettivi principali del Fair Play Finanziario:

  1. Stabilità finanziaria: I club devono mantenere un bilancio in equilibrio e non generare perdite significative, incoraggiando una gestione economica responsabile e sostenibile.
  2. Controllo dei debiti: I club non devono accumulare debiti eccessivi o gestire deficit finanziari per finanziare acquisti e stipendi.
  3. Investimenti mirati: Si favorisce l’investimento in infrastrutture del club (come stadi e accademie giovanili) rispetto a spese eccessive per acquisti di giocatori e stipendi alti.
  4. Competizione equa: Si cerca di garantire una concorrenza più bilanciata tra i club europei, limitando le distorsioni create dai club con risorse finanziarie enormi rispetto ad altri.

Principi chiave:

  • Regola del pareggio di bilancio: I club devono dimostrare che le spese non superano le entrate operative (come ricavi da biglietti, diritti TV, sponsorizzazioni, ecc.) su un periodo pluriennale (generalmente tre anni). Perdite eccessive possono portare a sanzioni.
  • Controllo dei debiti: I club devono gestire i propri debiti in modo equilibrato e trasparente.
  • Sanzioni: Se un club viola le norme del FFP, può ricevere sanzioni che variano da multe economiche fino all’esclusione dalle competizioni europee.
Michel Platini, presidente Uefa dal 2007 al 2016

Critiche:

Il FFP è stato oggetto di critiche perché limita la libertà di investimento dei club emergenti e avvantaggia le grandi squadre già forti, che hanno accesso a enormi ricavi. Tuttavia, rimane uno strumento fondamentale per garantire la stabilità finanziaria nel calcio europeo.


Perché i club italiani sono penalizzati?

I club italiani sono spesso visti come svantaggiati dal Fair Play Finanziario (FFP) della UEFA per diversi motivi legati a particolarità economiche e strutturali del calcio italiano. Ecco alcune delle ragioni principali:

1. Ricavi inferiori rispetto ai top club europei

I club italiani, a parte poche eccezioni come la Juventus, generano ricavi complessivi inferiori rispetto ai grandi club di altre leghe, come quelli della Premier League o della Liga spagnola. Questo accade per vari motivi:

  • Diritti TV meno remunerativi: Sebbene la Serie A sia una delle leghe più seguite, i ricavi dai diritti televisivi sono inferiori rispetto alla Premier League, che ha contratti molto più vantaggiosi a livello internazionale.
  • Minori entrate da stadio: Molti stadi in Italia sono obsoleti e spesso di proprietà pubblica, il che limita i guadagni da biglietti, abbonamenti e servizi aggiuntivi come merchandising e ristorazione. Al contrario, i club di altre leghe, che possiedono stadi moderni, possono ottenere maggiori profitti.
  • Sponsorizzazioni limitate: I club italiani trovano difficile attrarre sponsor globali di alto livello rispetto ai giganti del calcio europeo, come quelli inglesi o spagnoli, che beneficiano di mercati più ampi.

2. Debiti storici e gestione finanziaria inadeguata

Molti club italiani hanno una storia di cattiva gestione delle finanze, con anni di spese eccessive per trasferimenti e stipendi che non sono state sostenute da una crescita equilibrata dei ricavi. Questa situazione di squilibrio ha portato a debiti significativi che influenzano le operazioni di mercato.

3. Alta pressione fiscale

In Italia, i club devono affrontare una pressione fiscale e contributiva maggiore rispetto ad altri paesi. Questo rende più costoso mantenere stipendi competitivi per attrarre i migliori giocatori, rispetto a club di nazioni come la Spagna, dove ci sono regimi fiscali più favorevoli per gli atleti di alto livello.

4. Problemi infrastrutturali

La maggior parte dei club italiani non possiede i propri stadi, riducendo la loro capacità di generare ricavi extra attraverso affitti per eventi, concerti o altre attività commerciali. Inoltre, gli stadi italiani spesso non sono moderni, limitando ulteriormente l’attrattiva per i tifosi e gli sponsor.

Lo stadio San Siro da anni oggetto di discussione dei problemi infrastrutturali del calcio italiano. Nonostante sia ancora oggi tra i migliori stadi in Italia, resta molto indietro ai grandi stadi europei. Inter e Milan valutano un nuovo stadio.

5. Regole del FFP meno favorevoli

Per i club con minori entrate, il FFP rappresenta un ostacolo maggiore, poiché limita gli investimenti esterni da parte di proprietari o fondi, imponendo di basare le spese sulle entrate generate. In Italia, dove i ricavi sono più bassi, diventa difficile investire senza rischiare sanzioni.

6. Concorrenza con club inglesi e spagnoli

La competizione con i club di leghe di maggior prestigio, in particolare la Premier League, ha reso difficile per le squadre italiane mantenere il passo. La Premier ha un potere economico molto più elevato, grazie ai ricavi da diritti TV e sponsorizzazioni globali. Questo consente alle squadre inglesi di investire pesantemente senza infrangere le norme del FFP.

7. Difficoltà ad attrarre investimenti

Anche se alcuni club italiani hanno attirato investimenti esteri (come Milan e Inter), in generale, il calcio italiano è percepito come un mercato meno attraente per gli investitori rispetto ad altri paesi. L’incertezza economica, le infrastrutture obsolete e la complessità burocratica sono fattori che ostacolano l’afflusso di nuovi capitali.

8. Implicazioni del FFP

A causa del FFP, i club italiani non possono permettersi di spendere oltre i propri mezzi per competere con i club più forti in Europa, che possono contare su introiti più elevati e una gestione finanziaria più robusta. Questo porta a difficoltà nel mercato dei trasferimenti, dove le squadre italiane faticano a competere per l’acquisto di giocatori di alto livello, limitando la loro competitività internazionale.

Aleksander Čeferin, presidente dell’Uefa dal 2016

Fair-Play Finanziario: Modifiche ai regolamenti

I regolamenti del Fair Play Finanziario (FFP) della UEFA sono stati soggetti a modifiche e aggiornamenti nel corso degli anni. Questi cambiamenti sono stati introdotti per rispondere a diverse sfide e circostanze, come l’evoluzione del panorama calcistico e l’impatto di eventi straordinari come la pandemia di COVID-19. Ecco alcune delle principali modifiche e adattamenti che sono stati apportati:

1. Flessibilità in periodo di crisi

Durante la pandemia di COVID-19, la UEFA ha riconosciuto l’impatto devastante che la crisi sanitaria ha avuto sulle finanze dei club. Di conseguenza, ha introdotto una maggiore flessibilità nel rispetto delle norme del FFP, consentendo ai club di affrontare in modo più sostenibile le perdite economiche causate dalla pandemia. Questo ha incluso un allungamento dei termini per il pareggio di bilancio.

2. Aggiornamenti nella regola del break-even

La regola del break-even, che richiede ai club di non spendere più di quanto guadagnano, è stata aggiornata per tenere conto delle spese sostenute per le infrastrutture e per la crescita del settore giovanile. Le spese per investimenti in stadi e accademie giovanili possono ora essere escluse dai calcoli del pareggio, incentivando i club a investire in queste aree.

3. Maggiore attenzione al monitoraggio delle finanze

La UEFA ha intensificato il monitoraggio delle finanze dei club, richiedendo una maggiore trasparenza e reporting sulle loro situazioni finanziarie. Ciò include la richiesta di bilanci e rendiconti finanziari più dettagliati per garantire una compliance continua con le normative.

4. Introduzione di sanzioni più severe

Nel corso degli anni, la UEFA ha anche inasprito le sanzioni per i club che violano le norme del FFP. Queste sanzioni possono includere multe economiche più elevate, limitazioni nel mercato dei trasferimenti, e in casi estremi, esclusione dalle competizioni europee.

5. Integrazione di altre normative

La UEFA ha cercato di integrare il FFP con altre normative e regolamenti, come quelli relativi alla licenza dei club. Questo significa che i club devono rispettare anche determinati standard operativi e di governance per poter partecipare alle competizioni europee.

6. Adattamenti per la sostenibilità a lungo termine

Negli ultimi anni, l’attenzione si è spostata verso la sostenibilità a lungo termine delle operazioni dei club. Le nuove normative mirano a garantire che le spese siano sostenibili nel tempo, incoraggiando una gestione finanziaria responsabile che vada oltre la semplice conformità alle regole del FFP.

7. Revisione delle regole per i trasferimenti

Le regole sui trasferimenti sono state esaminate per garantire che i club non possano utilizzare trucchi contabili per mascherare spese o guadagni. Ciò ha comportato un controllo più rigoroso dei contratti e delle operazioni di trasferimento.

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La Redazione