Quarantatré secondi, tanto per intendersi, sono il record mondiale dei 400 metri nell’atletica. E sì che Frattesi ha piazzato uno scatto per chiuderli alla grande, i primi 43 secondi della partita. Il miglior modo possibile per cancellare il derby, come riannodare il filo con quel gol di cinque mesi fa: stessa porta, stessa capacità di essere decisivo, allora come ieri. Che valga per andarsi a giocare il match-point scudetto nel derby, come ad aprile, oppure per dimenticare una sconfitta con il Milan, come stavolta: c’è sempre Davide. Il totale fa 9 gol e 5 assist con la maglia dell’Inter in 1.818’ minuti. Praticamente, Frattesi fa una giocata che incide sul punteggio e sul risultato ogni 129 minuti.
Numeri da campione, numeri che confermano ogni volta di più la sua straordinaria capacità di trovare sempre il modo di bucare la squadra avversaria. A Udine ieri ha preso per mano l’Inter. Lui, dentro al posto di Barella, ha fatto quel che solitamente fa Nicolò. L’ha fatto a modo suo, certo. Perché quel movimento a dettare il passaggio a Darmian sul primo gol è il marchio di fabbrica di Davide. “Asllani in ritiro è stato tutta la sera a dirmi che avrei segnato – ha svelato poi -. Volevo fargli cambiare stanza. Adesso mi toccherà pagargli la cena”. Ma ieri Frattesi ha fatto vedere di più, oltre al gol. Anche un buon impatto in fase difensiva, unito a qualche ottima giocata in palleggio (ricordate il tacco a liberarsi?). Inzaghi l’aveva lanciato, prima della partita: “È un’occasione importante per lui”. E Davide non l’ha sprecata. Non tutto, ancora. E l’analisi di Frattesi è stata lucida: “Ci manca la compattezza, a volte gli attaccanti e noi centrocampisti lasciamo troppo soli i difensori”. Correndo, si risolve anche questa. Correndo ancora meglio, mettendo insieme 43 secondi alla volta. A riportarlo è la Gazzetta dello Sport.