Barella: “San Siro ha un fascino diverso da tutti gli altri stadi”

Nicolò Barella ha recentemente rilasciato una lunga intervista al canale YouTube di Matteo Caccia, condividendo riflessioni sulla sua carriera, la vita personale e le sfide che ha affrontato sia dentro che fuori dal campo. Padre di quattro figli, Barella racconta di quanto ami il suo ruolo familiare, sottolineando il desiderio di essere presente e partecipe nella vita dei suoi bambini, nonostante gli impegni calcistici. “Spero di essere un buon padre, presente, partecipe della loro vita e renderli felici nel tempo che posso dedicare loro quando non ci sono le partite”, ha spiegato Barella. Nato e cresciuto in una famiglia numerosa, ha sempre desiderato costruire la sua, e con sua moglie Federica ha realizzato questo sogno.

Gigi Riva, la Sardegna, il Cagliari

La sua passione per il calcio nasce già all’età di tre anni, quando inizia a giocare nella scuola calcio di Gigi Riva, un’esperienza che ha plasmato profondamente il suo percorso. Riflette su come il calcio, nonostante le sfide e le critiche, rimanga per lui prima di tutto un gioco. “Il calcio resta una passione, perché è un gioco prima che un lavoro”, ha detto Barella, aggiungendo però che le pressioni sociali, specialmente quelle legate ai social media, possono influenzare negativamente la mente di un calciatore, portando a momenti difficili anche nella vita privata: “A volte porti malumori a casa”.

Barella ha parlato anche del suo attaccamento alla Sardegna e a Cagliari, spiegando come la sua identità sarda gli abbia insegnato valori di integrità e autenticità. “La caratteristica più sarda e cagliaritana è essere duro e tosto nelle idee e nel modo di essere”, ha detto, sottolineando che preferisce essere se stesso anche se questo può risultare antipatico: “Io preferisco essere antipatico ma autentico”.

L’Inter e San Siro

Nell’intervista, Nicolò Barella ha parlato inoltre del suo attaccamento all’Inter e dell’emozione di giocare a San Siro. Riflette sul suo percorso con il club, rivelando che l’opportunità di trasferirsi all’Inter è stata troppo importante per essere rifiutata: “Non c’era possibilità che io dicessi no”. Aggiunge inoltre di sentirsi profondamente legato al progetto nerazzurro, reso ancora più speciale dall’arrivo di Antonio Conte, che lo ha fortemente voluto.

Per quanto riguarda San Siro, Barella lo descrive come uno stadio unico al mondo, evidenziando l’atmosfera speciale che lo circonda: “San Siro ha un fascino diverso, lo dicono tutti quelli che vengono a giocarci”. Nonostante abbia avuto l’opportunità di giocare in stadi iconici come Wembley, per Barella, San Siro resta qualcosa di speciale, paragonabile solo al Camp Nou, ma con un’aura più chiusa e intensa, quasi un’arena: “San Siro sembra un’arena”.

Barella ha confessato nell’intervista di aver attraversato un periodo difficile in cui ha pensato di smettere di giocare a calcio. Ha spiegato che durante l’anno in cui l’Inter ha vinto lo scudetto, ha vissuto un momento in cui non sentiva più passione per il calcio, percependolo solo come un lavoro: “C’è stato un periodo in cui non avevo una grande passione per il calcio, era veramente solo lavoro”. Questo lo ha spaventato, soprattutto perché ha realizzato quanto fosse difficile parlarne.

Tuttavia, nonostante la difficoltà del momento, ha scelto di non mollare: “Smettere sarebbe stato troppo facile, ma sono momenti difficili”. Questo episodio è stato superato grazie al supporto della famiglia, dei compagni di squadra e degli amici, e con il tempo ha ritrovato la sua motivazione e la gioia di giocare.

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