Marco Materazzi in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha parlato di capitan Lautaro Martinez e del settimo posto nella classifica del Pallone d’Oro. Queste le dichiarazioni dell’ex difensore nerazzurro:
“Dove lo avrei piazzato io? Sicuramente tra i primi cinque. Nulla da dire su Rodri o su chi ha vinto Champions ed Europeo, come Carvajal. Anche Lautaro però ha vinto, e lo ha fatto con l’Inter e l’Argentina… Ha ragione a dire che si aspettava di più. A volte chi sceglie lo fa seguendo strade bizzarre, diciamo così. Per quanto mi riguarda, il Pallone d’oro è un riconoscimento che non conta granché. Il valore, quello vero, lo definiscono il club con cui alzi le coppe e i trofei che vinci. E direi che Lautaro è messo piuttosto bene: infila un successo dopo l’altro con l’Inter, da capitano, e lo stesso gli succede con l’Argentina. Ha vinto un Mondiale e due Coppe America, l’ultima da capocannoniere del torneo. È questo che conta davvero, ve lo dice uno che è diventato campione del Mondo segnando in finale contro la Francia e che in quel 2006 non finì nemmeno tra i primi 50. Se ci rimasi male? Sono sincero, no. Ho vinto tutto con la maglia dell’Inter e ho alzato una coppa del Mondo con la Nazionale, non farei certo a cambio con un Pallone d’oro. Con nessuno dei trofei vinti in carriera.
Occorre capire se si sceglie in base il valore assoluto dei giocatori, e possiamo discuterne, o se pesa la bacheca. Se pesa per tutti allo stesso modo, intendo dire. Ma ripeto, chi vota per il Pallone d’oro non è sempre lineare nelle scelte. Volete un altro esempio? Sneijder nel 2010. Triplete con l’Inter, finale mondiale con l’Olanda. Se Robben non si fosse divorato un gol contro la Spagna, su assist proprio di Sneijder, la storia sarebbe cambiata? Magari no, visto che Wesley alla fine ha chiuso al quarto posto – continua -. Le parole di Messi? Ecco, Lauti si tenga strette quelle parole, perché il giudizio di Messi vale più di tutta la giuria del Pallone d’oro messa insieme. E aggiungo pure l’affetto di tutti gli interisti: Lautaro è un simbolo, un capitano vero, ha trascinato la squadra a un traguardo storico come lo scudetto della seconda stella, da capocannoniere della Serie A. Sono questi i fattori che ti stimolano a fare di più, ad alzare il livello per vincere ancora”.