Adriano racconta: “Moratti mi propose di andare in clinica per la dipendenza dall’alcool. In una riunione…”

Adriano, ex attaccante dell’Inter dal 2001 al 2009, in un libro autobiografico dal titolo “La mia più grande paura” ha parlato della battaglia coi problemi di dipendenza dall’alcol. Un problema del quale la società Inter e il suo patron Massimo Moratti si accorsero e provarono ad affrontare: questi le dichiarazioni più toccanti del brasiliano.

“Tornavo a casa e trovavo un motivo per bere. O perché c’erano i miei amici, o perché non volevo stare in silenzio, pensare a stron****, o dormire. Mi sdraiavo in un angolo senza nemmeno riuscire a sognare. Molte persone usano il calcio come valvola di sfogo, io avevo bisogno di una via di fuga dal calcio. Mi hanno detto: “Adri, prima di tutto vogliamo dirti una cosa. Non c’è nulla di cui vergognarti per ciò che ti sta accadendo. È successo e succede a tanti. Voglio darti un suggerimento. Vorremmo mandarti in un posto molto speciale. Il dottor Combi ti spiegherà i dettagli affinché tu capisca. Ti spiegherà di questo posto in Svizzera, è una clinica… In quel momento non capii quella conversazione. Hanno detto che avrei dovuto trascorrere del tempo in una clinica di riabilitazione in Svizzera.

Ero depresso, non capivo di cosa stessero parlando. Che diavolo era quell’idea di volermi fare andare lì? “Non sono pazzo, presidente, con tutto il rispetto. Perché stai cercando di mandarmi in un ospedale psichiatrico?”, dissi. Ho iniziato a innervosirmi durante la riunione. Quell’idea era assurda. Hai mai visto questo? Un giocatore ricoverato in clinica riabilitativa? Porca put****. Il mio avvocato mi disse che il club era preoccupato per il doping. Un giorno lo trovai a colloquio con Marco Branca e Combi. Li raggiunsi e chiesi: ‘Parliamone subito, credi faccia uso di droghe? Combi replicò: ‘Siamo preoccupati per te, tutto qui’. E io: ‘ Preoccupante è il c…o. Facciamo l’esame adesso, quello coi capelli dura parecchi mesi’”. Una battuta di Branca sulla calvizie dell’attaccante gli fece perdere la testa: “Furfante, avrei voluto aprire la mano e dargli uno schiaffo sull’orecchio a quel figlio di putt…a“.

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