La diatriba che si è scatenata sulle parole di Antonio Conte? Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, prende (ovviamente) posizione e si schiera con il tecnico del Napoli mentre Paolo Bargiggia e Fabio Ravezzani avevano evidenziato la codardia di certi giornalisti che dopo Roma – Napoli non avevano posto domande scomode a Conte per esempio sugli episodi che avevano riguardato Lukaku.
“Letta ieri, di martedì, sul web: «Lukaku graziato, era da rosso. Giallorossi infuriati». Dopo aver sentito domenica in tv: «Perché Conte non ha parlato oggi?». Pe-pe pe-pe pe-pe pe-pe be-ppe! Eccoli, sono di nuovo loro, i soldatini di Beppe – qualcuno li chiama così -, giornalisti, opinioninteristi, original marines e talent che, non appena viene – direttamente o trasversalmente – chiamato in causa il neopresidente dell’Inter, cominciano ad agitarsi per poi partire all’attacco del nemico.
Dubito tuttavia che l’input giunga loro dallo stesso Marotta, il quale ha ben altri pensieri: e poi non serve nemmeno che intervenga, visto che i soldatini sono più realisti del re.
Il bersaglio del mese, e forse dell’anno, per la pattuglia acrobatica – gli stukas volano a mezza altezza – è l’“intelligente” Antonio Conte, autore – ricorderete – del ritorno allo scudetto proprio dell’Inter. Il Feroce Salentino si è permesso di criticare il protocollo arbitrale dopo la partita di San Siro, suggerendo un maggiore impiego del Var (il rigore concesso ai campioni e fallito da Calhanoglu, il casus belli) al fine – ha aggiunto – di evitare spiacevoli retropensieri. Apriti cielo!
«Perché l’intemerata non l’ha fatta dopo Empoli, dove il Napoli aveva ottenuto un rigorino-ino-ino?». «E perché ha taciuto anche dopo i mancati gialli a Lukaku?». I soldatini non peccano in tempismo, né in precisione. E poco importa se il protocollo non prevede l’intervento del Var sui due episodi in questione: fu lo stesso Conte a invocarne pubblicamente l’aggiornamento. Premesso che il primo giallo a Romelu c’era tutto e che sul secondo potremmo discutere per settimane senza trovarci d’accordo, la reazione dei soldatini è il più bel complimento rivolto in queste ore ad Antonio: conferma che il suo Napoli, ricostruito in soli tre mesi, è già temutissimo da chi conta”.
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