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Zamorano: “Inter la mia seconda casa. Lautaro un guerriero come me”

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In un’intervista esclusiva rilasciata a Betsson Sport e condotta da Fabrizio Romano, la leggenda del calcio e dell’Inter Iván Zamorano ha raccontato la sua straordinaria carriera. Dai primi calci in Cile fino alle glorie europee con il Real Madrid e l’Inter, il bomber cileno si è mostrato come sempre, autentico e appassionato.

“La mia vita? Una lotta costante”

“Se dovessi descrivermi in una parola, quella sarebbe guerriero. Non solo nel calcio, ma nella vita. Ho perso mio padre a 13 anni, ma non ho mai smesso di inseguire il mio sogno di diventare calciatore. La mia carriera è iniziata in Svizzera, poi il Siviglia, il salto al Real Madrid, e successivamente l’Inter. Ogni tappa ha rappresentato una battaglia e un’opportunità per crescere,” ha raccontato con emozione.

Zamorano ha ricordato i sacrifici che hanno segnato il suo percorso, ma anche il ruolo fondamentale della disciplina e della perseveranza, valori che ha imparato sin da giovane nel Cile degli anni difficili.

La svolta al Real Madrid

Giocare nel Real Madrid è stato un punto di svolta nella carriera di Zamorano: “Quando sono arrivato, Jorge Valdano mi aveva detto che sarei stato il quinto attaccante. Ma la vita ti mette davanti delle sfide, e io ho trovato la mia opportunità. Nel 1994-1995 sono stato capocannoniere della Liga e miglior giocatore straniero. Il gol del titolo contro il Deportivo La Coruña è uno dei ricordi più belli della mia carriera. Nel calcio, niente è impossibile se ci credi con il cuore.”

Zamorano ha anche menzionato il rapporto speciale con i suoi compagni di squadra, tra cui Raúl, che ha definito “un ragazzo straordinario, con una personalità incredibile per affrontare le sfide del Real a soli 17 anni”.

L’Inter: una seconda casa

Quando il Real lasciò spazio a nuove sfide, l’incontro con Massimo Moratti convinse Zamorano a scegliere l’Inter. “Dopo il Real, trovare una squadra che potesse rendermi altrettanto felice non era semplice. Ma l’Inter era perfetta: una società che rifletteva la mia grinta e la mia passione. Dal primo giorno, i tifosi mi hanno accolto come un guerriero, e quell’affetto non è mai svanito. La maglia 1+8? Un’invenzione nata per amore del club e per il rispetto verso Ronaldo.”

Tra i momenti più memorabili c’è la vittoria della Coppa UEFA 1998 contro la Lazio: “Una serata magica. Ho segnato il primo gol, poi Zanetti e Ronaldo hanno completato l’opera. La soddisfazione di regalare quel trofeo a Moratti e ai tifosi è un ricordo indelebile.”

Lautaro Martínez: un nuovo guerriero

Parlando del presente, Zamorano non ha risparmiato elogi per Lautaro Martínez: “Lo vedo molto simile a me. Ogni pallone per lui è come fosse l’ultimo. È un giocatore completo, un leader che fa la differenza. Nell’Inter, che ha avuto grandi attaccanti, lui è senza dubbio al top.”

Un’eredità cilena

Zamorano ha poi parlato con orgoglio del suo ruolo come primo cileno nella storia dell’Inter: “Ciò che ho fatto qui ha aperto la strada a molti altri. Speriamo che altri cileni possano vivere questo sogno.” Ha anche ricordato Gigi Simoni, definendolo “più di un allenatore, un padre per tutti noi.”

In conclusione, Iván Zamorano ha ribadito il suo amore per il calcio e per l’Inter, una squadra che ha rappresentato la perfetta sintesi del suo spirito combattivo e della sua passione. “Milano e l’Inter sono una parte del mio cuore. E quel cuore, oggi, è ancora nerazzurro.”

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La Redazione