La premessa, per non essere investiti dall’orda dei tifosi pro e contro il giocatore, è che si tifa Inter a prescindere dal singolo, dal suo momento e rendimento. Tuttavia, bisogna essere sinceri e analizzare ogni evento con la massima trasparenza, soprattutto per non venire tacciati di tafazzismo.
La polemica di questi giorni sul nostro capitano – per chi non lo ricordasse – è faziosa e capziosa. A Riyadh il Toro ha giocato una partita mostruosa, creando per sé e per gli altri numerose palle gol. È un attaccante, il suo ruolo è segnare potranno dire molti. Se la mettiamo così, ad ogni ruolo compete un dovere, ma tant’è che si vince, si perde o si pareggia anche con la complicità di chi sbaglia.
Lautaro, pilastro della squadra
Finché si vince, finché la squadra gira e lo spogliatoio è carico e solidale, non c’è nessun problema Lautaro. L’abbiamo ripetuto più volte, la sua prestazione, tolti i gol assurdi – non si può negare – risulta essere sempre sopra la sufficienza. Se mancassero dei gol, sarebbe l’indiziato numero uno ad essere sacrificato sul patibolo del giornalismo becero e qualunquista, sempre pronto a fare polemica (aggiungerei sull’attaccante sbagliato, vedasi Vlahovic o Lukaku).
L’Inzaghi Ball e la forza del gruppo
L’Inter vince e convince grazie ai gol di Thuram, dei centrocampisti e anche dei difensori, perché l’Inzaghi ball è totale e nessun giocatore è imprescindibile. La manovra è corale e tutti i giocatori hanno pari peso.
Fiducia nel Toro: una scelta che paga
Quanti vorrebbero un cambio in attacco, con Taremi o Arnautovic o Correa ad affiancare Thuram, come da molti e anche da me auspicato ad ottobre (errando), dovrebbero analizzare le prestazioni dei sostituti. Se è vero che Lautaro non segna, possiamo conteggiare i gol delle riserve e vedremo che non eguagliano il numero del Toro in campionato. E, soprattutto, non incidono sulla partita con uno stop smarcante, una verticalizzazione, un pressing rapido o un recupero in difesa.
Questi giocatori hanno altre caratteristiche utili, ma ci sarà un motivo per cui il mister si ostina a mettere il capitano dal primo minuto. Bisogna fidarsi e aspettare: il Toro tornerà a segnare.
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