L’Inter in tutto il suo splendore: i nerazzurri ne fanno 3 e si prenotano un tavolo per gli ottavi 

Se Vecchioni cantava “Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là”, la squadra di Inzaghi stasera non si è nascosta. Il biscione ha colpito sotto la guida del toro, ferendo per tre volte la propria preda e definendo fin da subito chi fosse a comandare. Ha colpito già al quarto minuto con un calcio di rigore trasformato in gol da Lautaro, seguito da una successiva e temporanea doppietta (poi tripletta) al sedicesimo minuto, facendo ben comprendere al proprio avversario che non ci fosse storia già nel primo tempo.

Non una prova di forza, ma una prova di classe

La classe non si può insegnare: o la si ha o non la si ha, e i nerazzurri possono solo insegnarla. Questa sera è stato ben messo in chiaro che cosa volesse la squadra: non un semplice punticino per restare tra le prime otto, ma una dimostrazione di meritare di stare lì. Inzaghi non si è risparmiato, scegliendo la migliore Inter a sua disposizione. Il comandante della nave può ritenersi soddisfatto del suo equipaggio.

Alle 21:00 la partita comincia e già al terzo minuto, su una sponda di testa dell’argentino, Marcus si apre la strada alle spalle di Zakaria e acciuffa il rigore con astuzia. Il destro del capitano nerazzurro è centrale, ma potente. Il resto del match, da lì in poi, è un film già conosciuto: al 12’ Mawissa si fa espellere per una trattenuta su Thuram e costringe Hütter al cambio della disperazione—dentro Caio Henrique per Akliouche—ma l’Inter ha fame e Lautaro trova la doppietta calciando rasoterra da dentro l’area. La partita viene infine chiusa al 67’, con un Monaco che non ha più carte da giocare.

Il simbolo di questa Inter di classe è l’ingresso, al 76’, del figlio d’arte Giacomo De Peri, primavera nerazzurro che, con poche azioni, ha rappresentato la voglia e la fame di questa squadra che continua a dimostrarsi competitiva a 360 gradi.

Il puro calcio in una partita

L’Inter gioca come se fosse al campetto a 5 nei weekend d’estate: divertendosi. Sfrutta le fasce, blinda la difesa e palleggia in faccia al Monaco. Al 35’ il tabellone segna già 144 passaggi completati. Due le azioni manifesto di un dominio mai messo in discussione: il destro a giro alto di Dimarco su assist d’esterno di Thuram e il tiro al volo di Pavard, servito da un Lautaro scatenato dall’inizio del 2025, con 8 gaol in 8 gare, ripagando la fiducia di compagni e mister e affermandosi sempre di più come il perno di questa squadra. Questione di testa e fiducia.

Simone si regala un’altra notte magica nel suo giardino dell’Eden, ritrovando definitivamente il suo capitano e prendendo sempre più consapevolezza della squadra che sta portando avanti. L’Inter si prende i suoi record, chiudendo così la miglior prima fase in Champions League della sua storia con un solo gol subito in otto partite. Fece meglio solo nel 2004/05, subendone tre in sei partite.

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