Dopo 38 partite tra Serie A, Champions League e Coppa Italia, Lautaro è il giocatore di movimento più spremuto della rosa nerazzurra: 2.605 minuti sul campo, secondo solo a Sommer (3.150) che però, da portiere, è esente dalle corse sfiancanti del centravanti. Eppure, il capitano interista non dà segni di cedimento. Anzi, l’argentino che ha iniziato il 2025 timbrando quasi ogni avversario che ha incrociato sembra avere ancora grandissimo appetito. Certo, rispetto allo scorso campionato i gol in Serie A sono una dozzina in meno, ma il ritmo sotto rete cresce con la condizione e lascia ben sperare per il rush finale.
Lautaro, numeri
La macchina da gol di Lautaro funziona perché l’Inter di Inzaghi viaggia su binari ben definiti. La gestione delle energie da parte dell’allenatore sta portando frutti evidenti: il turnover ragionato e la profondità della rosa permettono ai nerazzurri di restare competitivi su tutti i fronti. Nel giro di pochi giorni, la squadra ha superato il Napoli con un sorpasso in vetta alla classifica, ha conquistato una doppia semifinale di Coppa Italia contro il Milan e in Champions si era già messa avanti col lavoro a gennaio.
I numeri confermano la bontà del piano di Inzaghi: i giocatori più utilizzati – oltre a Lautaro, ci sono Bastoni, Barella e Mkhitaryan – hanno un minutaggio simile a quello dei fedelissimi dell’Inter di Conte, con la differenza che i nerazzurri attuali stanno competendo su più fronti e hanno già disputato la Supercoppa Italiana. Un dettaglio non da poco quando si confronta il percorso con quello del Napoli, concentrato esclusivamente sul campionato.
Se i pilastri della squadra rimangono gli stessi, ciò che è cambiato rispetto alla passata stagione è la distribuzione del minutaggio. Oggi, tra i più presenti, troviamo De Vrij e Bisseck, due che da semplici alternative sono diventati titolari aggiunti. Una gestione che ha garantito maggiore equilibrio e ha consentito all’Inter di affrontare gli infortuni senza panico: Acerbi e Calhanoglu, per esempio, sono rientrati nei tempi giusti, senza forzature, e ora sono due assi da calare nella sfida scudetto contro il Napoli al Maradona.
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