Il giornalista Gianluigi Longari su sportitalia.it scrive del momento dell’Inter e di Simone Inzaghi parlando degli impegni europei delle italiane (Roma eliminata, Lazio avanti).
“Chi non ha di questi problemi è l’Inter, che attraverso il progetto sportivo inaugurato nel periodo di massima depressione economica vissuta con la precedente proprietà, sta impreziosendo il ciclo di risultati sul campo con dei riscontri economici improntati alla sostenibilità che di fatto fanno osservare da molto vicino la prospettiva di un bilancio che possa diventare positivo. Un aspetto che pareva utopia, e che diventa stagione dopo stagione sempre più concreto.
Merito delle scelte del trittico Marotta-Ausilio-Baccin, e della sintonia assoluta con quanto il tecnico Simone Inzaghi è in grado di tradurre sul campo.
Se da una parte è vero che i nerazzurri corrono il rischio di concludere la stagione con i famigerati “zeru tituli” di Mourinhana memoria, dall’altro è opportuno sottolineare con forza che il numero di trofei alzati tra maggio e giugno non dovrebbe modificare di una sola virgola l’operato di un tecnico che per il solo fatto di mantenere la squadra in corsa per poter vincere ogni competizione alla quale prende parte, meriterebbe già ad oggi la riconferma.
In un calcio che ha modificato completamente i propri parametri di valutazione in ossequio alla crisi economica che aveva colpito il nostro movimento, un ragionamento improntato esclusivamente sui trofei alzati sarebbe completamente al di fuori da ogni logica.
Il cammino che l’Inter ha messo in fila in Champions League fino a questo momento, consente ai nerazzurri di strutturare il proprio futuro mettendo a bilancio quasi 99 milioni di euro. E se tra i nostri confini la competitività ai massimi livelli deve essere garantita a fronte del monte ingaggi superiore a tutte le altre contendenti, nella massima competizione continentale la musica cambia in maniera radicale. I nerazzurri con i loro 141,6 milioni risultano infatti ben distanti dai 276 del Bayern Monaco prossimo avversario, come anche da tutte le altre squadre ancora presenti nella competizione ad eccezione del Borussia Dortmund fanalino di coda.
Chapeau ad Inzaghi, dunque, vada come vada la stagione. Anche per la pervicacia con la quale ha professato le sue idee tattiche, risultando l’unico allenatore ad utilizzare la linea a 3 in difesa tra quelle ancora rimaste in gioco nella massima competizione continentale, e ad impreziosirla con dinamiche di gioco talmente moderne da renderla allo stesso tempo così imprevedibile ma anche riconoscibile. Un tesoro da tenersi stretti, per non doversene pentire in futuro. Il suo trofeo l’Inter lo ha già conquistato”.