Marotta: “Vincere da presidente mi consacrerebbe. Inter fallita? È la cultura dell’invidia…”

Il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, è intervenuto all’annuale evento organizzato da Il Foglio allo stadio San Siro, parlando a 360 gradi del presente e del futuro nerazzurro.

Presidenza e proprietà
“Essere presidente cambia in termini di responsabilità e gestione quotidiana. È un ruolo apicale che richiede decisioni importanti, sempre nel rispetto del rapporto con la proprietà, che fissa le linee guida. Dopo una carriera da dirigente, vivere questa sfida da presidente rappresenta uno stimolo ulteriore. Vincere in questo ruolo consacrerebbe il mio percorso”.

Differenza tra proprietà cinese e americana
“La differenza è che prima avevamo un punto di riferimento individuale, Zhang. Con Oaktree lavoriamo con un gruppo. Il loro supporto è quotidiano, silenzioso ma concreto. Hanno fiducia in noi e valorizzano la delega, qualità fondamentale per un manager”.

Obiettivi stagionali
“Siamo contenti di essere in corsa su tutti i fronti, era il nostro obiettivo. Ma non abbiamo ancora vinto nulla. A Monaco abbiamo fatto una grande gara, ma al ritorno servirà la stessa determinazione. Ora pensiamo al Cagliari: se non scendi in campo con la testa giusta, puoi andare in difficoltà”.

La competitività in Serie A
“Non esistono più partite facili. Gli scontri diretti contano, ma le vere insidie spesso arrivano dalle cosiddette piccole. Mancano sette giornate, non guardo il calendario: dobbiamo affrontare tutto con orgoglio, portando avanti tre competizioni con grande intensità”.

Mondiale per Club e calendario
“Rappresentare l’Italia al Mondiale per Club è un orgoglio, frutto del lavoro degli ultimi cinque anni. Ma si gioca troppo. Le rose non bastano per tutti gli impegni. Serve armonizzazione tra FIFA, UEFA e le federazioni. Io sono favorevole a una Serie A a 18 squadre”.

Under 23 e futuro
“Sono favorevole al modello delle seconde squadre. L’esperimento della Juve è nato con me. L’Inter avrà la sua squadra B, ma serve un posto libero in Serie C. Giocherà a Monza e si allenerà a Interello”.

Sostenibilità e giovani
“L’obiettivo è la sostenibilità, non il mecenatismo. Nessun club può più permetterselo. Spendere di più non vuol dire vincere. Noi siamo attenti a tutto: non abbiamo mai saltato un pagamento, né subito multe. L’Inter è solida, anche se qualcuno vuole far credere il contrario. Le accuse di fallimento rivolte a noi fanno parte della cultura italiana dell’invidia”.

Paratici e Milan
“Che abbia bloccato l’arrivo di Paratici al Milan è una leggenda metropolitana. Come potrei influenzare le scelte di un’altra società? Se andasse al Milan, ne sarei contento: sarebbe uno stimolo in più”.

Inzaghi e il futuro
“Abbiamo preso Inzaghi al momento giusto, quando non aveva ancora rinnovato con la Lazio. È cresciuto molto, sa gestire gli uomini, cosa non facile. Lo metto tra i migliori allenatori, ma non faccio classifiche”.

Obiettivi finali
“La nostra cultura dice che arrivare secondi è un fallimento. Ma va giudicata l’intera stagione. Abbiamo ricavi importanti dalla Champions, ma vogliamo vincere tutto: scudetto, Coppa Italia e Champions. Essere ancora in corsa su tre fronti è già un grande risultato”.

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