Massimo Callegari, giornalista di Mediaset, su calciomercato.com fa il punto sull’Inter.
“Inzaghi ha fatto bene a puntare all’en plein (Triplete, ndr), questa è la mentalità dei vincenti. Viste le deludenti prestazioni delle seconde linee, si può anzi aggiungere che lo ha fatto mettendosi in gioco in prima persona, con il coraggio dell’ambizione e forse addirittura con un po’ di incoscienza.
Dopo aver visto da vicino il tracollo nel derby, fatico a individuarne il motivo principale tra quello fisico, mentale e tecnico, inteso nell’apporto (molto) limitato di Taremi, Correa e Asllani. Al condottiero nerazzurro va dato il merito di non aver buttato nessuno giù dalla torre, nemmeno dopo le prestazioni più sconcertanti. Bisseck, dopo l’errore nella fatal Bologna, ha ripagato la fiducia con 90’ di alto livello, reggendo l’uno contro uno con Leao con grande personalità. Altri non sono stati altrettanto produttivi. A differenza di Conte, spesso propenso ad accaparrarsi l’esclusiva dei meriti, Inzaghi ha sempre condiviso con la società gioie e dolori. Sa che Correa è stata una sua scelta e sa di averla difesa oltre ogni ragionevole evidenza, anche rinunciando a un’alternativa potenzialmente migliore a gennaio. E allo stesso tempo ha accettato il rendimento insufficiente di Taremi, che pure al Porto nel triennio 20-23 aveva avuto una media di 26 gol e 16 assist (media stagionale, avete letto bene). E di Asllani, mai convincente fino in fondo e sempre più lontano dalle grazie dei suoi tifosi.
Al di là di una fisiologica imperfezione, però, la rosa dell’Inter ha due limiti chiari: l’assenza di uno/due dribblatori e di un altro attaccante che garantisca la profondità, non proprio come sa fare Thuram (quasi unico nel suo genere) ma almeno avvicinandone le caratteristiche. Difetti che sono stati oscurati da un gioco armonioso, curato, accurato e pure dispendioso, fatto di continui scambi di posizione e movimenti senza palla”.
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