Non saranno due sconfitte, pur dolorose, a incrinare il legame tra l’Inter e Simone Inzaghi. È vero che tra Bologna e derby si è infranto il sogno triplete e si è complicata la corsa verso il secondo scudetto consecutivo, ma all’interno del club nessuno ha perso la fiducia nel proprio allenatore. Anzi, tutti continuano a credere che sia proprio Simone l’uomo giusto per portare a termine la stagione e guidare la squadra anche in futuro. Il timone nerazzurro resta saldo nelle sue mani, in questo tratto finale agitato e anche oltre: il rinnovo del contratto, attualmente in scadenza nel 2026, è già in programma.
La squadra è affaticata, mentalmente e fisicamente, ma grazie al lavoro dello staff tecnico ha ancora tutto per superare il Napoli in campionato e affrontare il Barcellona, giovane e arrembante, ad armi pari. Ad Appiano Gentile, su indicazione di Inzaghi, i nerazzurri si sono ritrovati dopo un giorno di riposo, utile a stemperare le tensioni e riordinare le idee dopo due tonfi pesanti. Una situazione a cui l’Inter di Inzaghi non era più abituata: per trovare due sconfitte consecutive bisogna tornare al marzo-aprile 2023, quando cadde contro Juventus e Fiorentina. Anche allora, però, ne uscì alla grande, arrivando a disputare la finale di Champions League.
Da quando siede sulla panchina nerazzurra, Simone non ha mai perso tre gare di fila e ora punta a replicare — anzi, a migliorare — la ripartenza del 2023. Allora lo scudetto era un miraggio; oggi, invece, il tricolore è pienamente alla portata, in un duello all’ultimo respiro con il Napoli di Conte, decisamente più umano rispetto al Napoli di Spalletti.
Inzaghi sa che il suo lavoro ora è sottile e delicato: deve agire sulla testa e sulle gambe della squadra. Ieri, durante l’allenamento delle 11, con tutto il vertice societario presente (Marotta in primis), ha riunito il gruppo in cerchio e parlato a lungo, con la solita grinta. Ha analizzato gli errori del derby e rilanciato gli obiettivi: con una coppa persa, restano due trofei da inseguire con ogni energia. L’Inter sapeva che, tentando l’assalto a tutto, avrebbe potuto pagare dazio lungo il cammino, ma non intende cambiare filosofia: provarci sempre, come fanno i grandi club europei.
Nel confronto a distanza con Conte, pragmatismo puro, Inzaghi mantiene la sua natura di tecnico idealista, capace di sognare ma anche di coinvolgere emotivamente il gruppo. La società lo sostiene in pieno, convinta che il rischio sia parte del gioco: per vincere, bisogna osare. Certo, qualche tradimento c’è stato: la profondità della rosa ha deluso nei momenti decisivi, tra infortuni pesanti e alternative d’attacco poco incisive dietro la ThuLa. Ma rivedere Zielinski e soprattutto Dumfries correre con il gruppo ha restituito a Simone un sorriso in vista degli impegni imminenti.
Inzaghi affronta il finale di stagione con fermezza e con una serenità alimentata dal sostegno totale del mondo Inter: anche in caso di stagione senza titoli, il tecnico della seconda stella resterà saldo al suo posto. Il bilancio economico, rinforzato anche dal cammino europeo, sarà positivo e questo, oggi, vale quasi quanto un trofeo. Il rinnovo, con aumento fino a 7 milioni e contratto esteso al 2027 con opzione per il 2028, resta una certezza sul tavolo, a prescindere dal numero di trofei in bacheca.
Lascia un commento